Il comportamento del consumatore

Oggi la domanda è particolarmente complessa, sfaccettata, a volte anche contraddittoria. Questo si verifica perché è il risultato dell’azione di tante forze di diversa natura, che possono intervenire anche l’una in direzione opposta all’altra.
Quella dei viaggi e del turismi, più di tante altre, è un’area caratterizzata da elementi emotivi di notevole rilevanza. Il desiderio del nuovo, della scoperta, dell’avventura, comporta nello stesso tempo timori ed insicurezze che l’azienda agrituristica deve affrontare fornendo ogni tipo di rassicurazione e di garanzia. I vostri clienti o potenziali clienti possono non essere consapevoli delle loro scelte.
Nella sfera emotiva, per esempio, il consumatore desidera una forte vicinanza alla natura, ma in quella razionale chiede un livello di servizio e di facilitazioni di vario genere che difficilmente si concilia al 100% con il concetto naturale. Al fascino della prenotazione e dell’acquisto con un solo clic del mouse, il consumatore accosta la nostalgia per le relazioni interpersonali di un tempo. Tutto questo perché nel suo intimo il consumatore conserva radici profonde che si trovano a convivere con nuovi contesti e con moderni concetti di vita. Può desiderare di fare un tuffo nel passato, ma contemporaneamente vuole Internet, la copertura per i cellulari, la Tv satellitare, ecc.
Non a caso, nel corso degli anni la domanda si è alzata, sotto l’aspetto della qualità e del contenuto di servizi richiesti. In passato, molti potenziali agrituristi si accontentavano di una qualità contenuta, a fronte di un evidente costo ridotto del soggiorno in agriturismo. Ci sono però dei trend di base che risultano evidenti per il settore dell’agriturismo, e che vanno assolutamente considerati.
Per esempio, una coscienza ambientalistica che gradualmente prende spessore, il desiderio di riscoprire la cultura del mondo rurale e di evadere dalla routine della città, le crescenti attenzioni che vengono dedicate alla salute. Inizia anche ad affacciarsi la volontà di salvare le attività locali e quelle legate all’agricoltura, di preservare le piccole fattorie dal progresso e dalle regole del mercato, anche frequentandole.
Un altro dato che emerge con chiarezza è lo sviluppo delle compagnie aeree low cost e delle comunicazioni in genere, che hanno reso le località raggiungibili tutti i giorni in poco tempo, rafforzando la logica dei giorni flessibili. Il fine settimana, un ponte o comunque un arco temporale di 3-4 giorni risultano per molti la durata più adatta a una vacanza in agriturismo.
Se esiste un mercato che vuole pernottare per due-tre giorni, è inevitabile che qualcuno si organizzi per servirlo.

Posted on 16 gennaio 2015 in NEWS, PARLIAMO DI MARKETING TURISTICO RICETTIVO

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