LA NATURA ECOLOGICA DELLE CASE IN PIETRA

casa in pietra

Alcune case trasmettono delle sensazioni particolari e intense. Abituati a vivere in ambienti realizzati con materiali artificiali e spesso standardizzati, siamo affascinati dalle nodosità di una grossa trave di legno, emozionati da un intonaco scrostato, inteneriti dalla profondità di una finestrella ritagliata nella spessa muratura di pietre e mattoni. Tutto un mondo di tradizioni e di cultura ci si rivela con spontaneità e immediatezza, evocando un passato abbastanza prossimo da esserci ancora vicino e comprensibile.
E’ questo legame di cultura che ci porta a prendere in considerazione la possibilità di abitare una di queste case.
Oggi, però, c’è un nuovo interesse a recuperare le antiche dimore. Le abitazioni molto vecchie, costruite con tecniche tradizionali e materiali locali, non provocano quei disturbi alla salute tipici, invece, degli edifici moderni. Solo con lo sfruttamento intensivo delle aree edificabili, infatti, è venuta meno la cura nella localizzazione degli insediamenti che aveva avuto grande peso nel passato quando, per costruire una casa, si valutavano orientamento, ventilazione e salubrità del suolo. Inoltre, la sostituzione delle murature portanti con nuove tecniche costruttive, se da un lato ha liberato i progettisti da rigidi schemi statici, dall’altro ha posto il problema di realizzare tamponature perimetrali economiche, leggere e isolanti dal punto di vista termico e acustico, le quali, tuttavia, ignorando il problema della traspirazione delle pareti, hanno finito per creare nuovi problemi. In passato, invece, le case erano costruite con materiali messi a disposizione dalla natura, si inserivano armoniosamente nell’ambiente circostante e ne erano parte integrante: per questi motivi possono giustamente definirsi “ecologiche”.
La “bioarchitettura” è una disciplina relativamente nuova che, tuttavia, ha profonde radici nel passato. Già ai tempi di Ippocrate gli studi dei medici greci sulle “mutazioni dell’aria” avevano identificato nel “fluido aria” la causa delle epidemie. I progettisti della Roma imperiale, poi, stabilirono delle normative sulle dimensioni della casa, sui materiali da costruzione e sugli impianti che, ancora oggi, possono essere considerate un’utile guida all’arte del costruire. Indubbiamente anch’essi commisero gravi errori se, come sembra, gli illustri inquilini delle case romane erano intossicati dal piombo utilizzato per la decorazione delle stoviglie e per la costruzione delle conduttore dell’acqua.
Sino al XIX secolo, comunque, la principale fonte di inquinamento domestico era di origine biologica, dovuta alla convivenza di molte persone in ambienti le cui condizioni igieniche erano precarie. Con l’utilizzo dei nuovi materiali messi a disposizione dai progressi della chimica e della tecnica si sono manifestati seri problemi di inquinamento tra le mura domestiche. Cemento, acciaio, isolanti, colle, vernici, lacche, detergenti, ovvero la maggior parte dei materiali usati per la costruzione, l’arredamento e persino la pulizia delle case, sono stati usati senza alcuna precauzione, nonostante che, a volte, fosse ben nota la loro tossicità.
Ecco, dunque, l’effettivo interesse a recuperare i fabbricati che già possiedono, come caratteristica intrinseca, un naturale e positivo rapporto con l’ambiente circostante. L’intervento di risanamento non dovrà però alterare questo rapporto introducendo materiali e tecnologie estranei, nell’intento, più che ragionevole di adeguare l’edificio alle esigenze di igiene, comodità e risparmio energetico che ormai fanno parte della nostra cultura. Per trarre vantaggio dall’abitare un luogo “ecologico” sarà necessario impostare un intervento che tenga conto dei requisiti fondamentali che una casa deve avere per potere essere salubre. I requisito sono, come giustamente sottolinea l’Istituto di ricerca per la sicurezza dell’ambiente domestico:
a) Condizioni elettromagnetiche;
b) Temperatura;
c) Umidità;
d) Luce e colore;
e) Qualità dell’aria;
f) Bellezza.
La casa, infatti, è il luogo dove si svolge l’esperienza familiare dell’uomo e della famiglia, che “per poter svolgere a pieno il suo ruolo, deve vivere in una casa dove siano garantite piacevolezza, dignità, personalizzazione degli ambienti privati” Recuperare un rustico significa ottenere proprio questo.

Posted on 12 dicembre 2014 in NEWS, PARLIAMO DI ARCHITETTURA

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